Grande Guerra del 1915 - 1918
La Battaglia degli Altipiani, una battaglia combattuta sugli altipiani vicentini tra il Regio esercito austroungarico e il Regio esercito italiano.
Questo difficile settore fu scelto per l’attacco risolutore contro l’Italia, voluto per punire il tradimento italiano alla Triplice Alleanza. E' in questo frangente che compare il nome comune di Strafexpedition " spedizione punitiva " (mai usato in ambito ufficiale) per sottolineare il “tradimento” dell’ex-alleato.
Gli Imperi centrali forti delle vittorie colte sui fronti orientale e balcanico elaborarono un piano per occupare tutto il massiccio del Pasubio, scendere al passo delle Pian delle Fugazze e puntare su Schio.
Ma l’inverno 1915-1916 fu un inverno particolare con abbondanti nevicate in marzo ed aprile e maggio fu freddo e piovoso. Pertanto in altitudine la coltre nevosa resistette a lungo grazie alle basse temperature. Tali condizioni climatiche non consentirono di iniziare le operazioni alla data prefissata, in aprile, ma circa un mese più tardi rispetto ai programmi.
Nel pomeriggio del 14 maggio 1916, un fuoco d’artiglieria, mai visto prima, si scatenò sulle posizioni italiane, e il mattino del 15 il XX corpo austro-ungarico mosse all’attacco, le prime rapide conquiste fecero temere e presagire un travolgente successo del nemico. L'attacco fu talmente veemente che colse impreparate le truppe italiane che dovettero necessariamente iniziare una ritirata strategica dalle posizioni avanzate a quelle arretrate.
Tale scelta consentì al generale Cadorna, capo di Stato maggiore generale, di rastrellare sufficienti divisioni per costituire la 5^ Armata che segnò concretamente la fine dell'offensiva sugli Altopiani.
Altra decisione importante di Cadorna fu quella di destituire il generale Roberto Brusati dal comando della I^ Armata e nominare il generale Pecori Giraldi che riposa nel Sagrario militare assieme ai suoi Combattenti.
Sul Pasubio, gli italiani compirono un capolavoro, bloccando il Regio esercito austroungarico ad un soffio dalla pianura. Lo fecero con abnegazione ed altruismo a disprezzo della propria vita.
La guerra in questo frangente la fecero le pattuglie notturne, i cecchini , l'artiglieria che batteva le posizioni avversarie. Pertanto conquistare posizioni in alta quota risultava determinante ed in tale contesto si valuto la costruzione di sentieri che potessero portare armamenti e materiali in alta quota.
Il massiccio del Pasubio, in detto contesto ha subito notevoli danni perché tra aprile 1917 e marzo 1918 numerose mine ad altissimo potenziale esplosivo squarciarono la vetta e costoni del monte.
Il Pasubio non fu mai conquistato grazie al valore dei soldati italiani. Le molteplici esplosioni procurarono numerosi morti. Così numerosi che si attese fino al 1921 per riaprire la montagna agli escursionisti.
Il ritrovamento delle ossa sparse in burroni o anfratti prosegui fino agli anni 50 e si piazzarono dei cestini perché i gitanti li deponessero.
Spero di ritornare in questi luoghi per osservare il capolavoro di ingegneria militare che ha portato alla costruzione di una strada lunga 6300 metri di cui 2300 metri in galleria con un dislivello di quota di circa 700 metri . La realizzazione del sentiero fu iniziato dal tenente Zappa e successivamente portato a termine dal tenente Picone, un binomio perfetto per quel contesto. A noi oggi visibile e percorribile con il nome : "Strada delle 52 gallerie ".
Buona strada:)(:
PS. Voglio ringraziare chi ma ha dato l'opportunità di conoscere questa Valle intrisa di storia e di rare bellezze e, di ricordarmi che ascoltare le persone è un'arte da imparare e conservare. Grazie
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